Bruno Pederiva nasce a Bolzano nel 1959 e a 5 anni, quando ancora non sa che il mondo verticale diventerà la sua vita, gli viene impartito il battesimo della montagna da papà Tullio sulla Torre Finestra nel Gruppo Catinaccio. All’eta di 18 anni si trasferisce definitivamente in Val di Fassa, dove comincia la sua vita di scalatore solitario e autore di numerose vie nuove e dove diventa guida alpina, maestro di sci ed accompagnatore di mountain bike.
Con mio padre ho arrampicato fino ai 14 anni e trascorrendo le estati al Rifugio Vajolet, gestito dalla mia famiglia dal 78 all ’89, il Catinaccio diventa la mia palestra d’arrampicata e la mia seconda casa, è il luogo dove tra salite e discese sono nato e cresciuto come scalatore. Ed è proprio a quest’età che comincio a muovere i primi passi da solo nel gruppo della Roda de Vaèl, sul Majarè, sulla Torre Finestra per poi percorrere tutte le classiche del Gruppo del Catinaccio, del Sella e della Marmolada.
Il 1980 è l’anno in cui diventa guida e si dedica alle solitarie, mentre nell’81 inizia ad aprire vie nuove. Guardare una parete dal basso immaginando una linea, un percorso ed i suoi passaggi, fantasticando sugli appigli e gli appoggi e la soddisfazione nel realizzarla è ciò che più amo, ancora oggi, dell’arrampicata. Il compagno di scalate è lo sciatore dell’estremo Tone Valeruz che lo inizia a questa disciplina.
Così Bruno affidandosi alla sua tecnica e sangue freddo, per diversi anni, si cimenta in discese a fil di lamine lungo le pareti Nord del Gran Vernel, della Roda de Vaèl, del Catinaccio d’Antermoia, e ancora ai primi di maggio 2014 su in cima al Vernel scendendo sciando.
Nell’autunno del ‘81 incontra il fuoriclasse austriaco Heinz Mariacher, che segna indelebilmente la sua attività ed esperienza alpinistica, diventando uno del precursori dell’arrampicata libera.
In quegli inverni alterna lo sci alle salite di cascate ghiacciate, per lo più vergini perché ciò è agli albori, aprendo una via sull’ Ortles che anticipa di gran lunga l’evento del Dry Tooling.
L’anno 1989 si conclude la gestione del Rifugio Vajolet ed inizia l’attività di Guida Alpina a tempo pieno. Far la guida è un bellissimo lavoro, oltre che difficile e di grandissima responsabilità, che mi permette di trasmettere questa mia passione per la montagna.
Ha inoltre scalato in Sud America, Africa, Nepal e in Canada dove ha anche esercitato il mestiere di Guida Alpina per una stagione.
Tra gli hobby ci sono la fotografia ed i filmati, specialmente dei luoghi incontaminati che continua a cercare.
La montagna è una cosa bella e se sai salirla ancora di più! Ritengo di non aver avuto dei maestri, ma dei compagni con i quali ho condiviso quel lento apprendimento che è l’andar per monti. La montagna è un percorso continuo, ci vuole tempo per apprenderla… e non si finisce mai!
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